16 anni dalla Convenzione ONU: inclusione incompleta

Il 3 marzo 2009 l’Italia ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, trasformandola in legge nazionale con l’approvazione della Legge 18/09. Un passo fondamentale che ha sancito il diritto delle persone con disabilità alla piena partecipazione sociale, all’uguaglianza di opportunità e alla rimozione di ogni barriera.

un'immagine artistica che rappresenta la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, con elementi di inclusività, accessibilità e simboli di cooperazione globale.

A distanza di 16 anni, possiamo dire di aver raggiunto tutti gli obiettivi? Purtroppo no. Lo conferma la FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità), che sottolinea come molti traguardi siano stati raggiunti, ma ancora troppe criticità ostacolano una reale inclusione. 

Convenzione ONU: cos’è e perché è importante

La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità è un trattato internazionale adottato dalle Nazioni Unite nel 2006 per garantire la piena partecipazione delle persone con disabilità in ogni ambito della vita. Il documento non introduce nuovi diritti, ma si propone di eliminare le discriminazioni e rendere effettivo il diritto all’uguaglianza. 

L’Italia l’ha ratificata nel 2009, impegnandosi formalmente a rimuovere le barriere fisiche, sociali e culturali che ostacolano l’inclusione.

Le criticità evidenziate da FISH

Nonostante il riconoscimento normativo, molte persone con disabilità continuano a incontrare ostacoli nell’accesso al lavoro, all’istruzione e alla partecipazione sociale

l'immagine rappresenta l'inclusione delle persone con disabilità in Italia, suddivisa in tre aree: lavoro, istruzione e partecipazione sociale e politica.

Occupazione: Il tasso di occupazione delle persone con disabilità in Italia è del 34,5%, contro il 58,1% della popolazione generale. Questo significa che oltre il 60% delle persone con disabilità in età lavorativa non ha un impiego.

Istruzione: Le scuole e le università italiane, pur con progressi legislativi, presentano ancora problemi di accessibilità, carenza di insegnanti di sostegno e percorsi di studio poco inclusivi.

Partecipazione alla vita sociale e politica: Troppe volte le persone con disabilità vengono escluse dalle decisioni che le riguardano direttamente, e le politiche pubbliche risultano poco incisive per garantire un cambiamento reale.

Dalla teoria alla pratica: servono azioni concrete

Come evidenziato dal presidente della FISH, Vincenzo Falabella, non possiamo accontentarci di un’inclusione solo formale. La Convenzione ONU non può restare solo sulla carta: servono interventi strutturali per abbattere le barriere, garantire pari opportunità di accesso al lavoro e alla scuola, e promuovere una cultura realmente inclusiva.

In Italia si parla molto di accessibilità, ma il concetto spesso viene ridotto a singoli interventi (come rampe o ascensori) senza affrontare il problema alla radice: la mancanza di una visione complessiva dell’inclusione.

Non basta garantire l’accesso fisico agli spazi, serve un vero cambiamento culturale: formazione nelle scuole, sensibilizzazione nelle aziende e coinvolgimento attivo delle persone con disabilità nella costruzione di politiche pubbliche efficaci.

Il percorso dell'inclusione: un impegno che continua

La Convenzione ONU è uno strumento fondamentale per i diritti delle persone con disabilità, ma la sua attuazione in Italia è ancora incompleta. A 16 anni dalla ratifica, è necessario un impegno concreto da parte delle istituzioni, delle imprese e della società civile per trasformare i principi in azioni reali.

L’inclusione non può essere solo una parola di facciata: è tempo di costruire un Paese davvero accessibile per tutti. Non basta che i diritti siano riconosciuti, ma è fondamentale che vengano resi concreti attraverso azioni visibili e misurabili. Ogni passo in avanti verso l’inclusione è una vittoria collettiva, che riguarda ognuno di noi, ogni singola persona, in ogni parte del Paese, in ogni comunità e ogni ambito della vita sociale.

Dobbiamo lavorare insieme, come società, per eliminare barriere fisiche, culturali e sociali e per costruire un futuro in cui nessuno venga escluso o lasciato indietro. Solo così potremo garantire che ogni persona, indipendentemente dalle proprie esigenze, possa partecipare pienamente alla vita civile e sociale. È tempo di fare davvero la differenza e di costruire un futuro inclusivo per tutti.

 

Le informazioni riportate sono supportate dalle seguenti fonti:

FISH (Federazione Italiana per i Diritti delle Persone con Disabilità)

Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità

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